Si è svolto martedì 18 novembre, dalle 14:00 alle 18:00, presso BIP Liberty Tower a Milano l’evento che ha rappresentato il punto d’incontro per chi si occupa di Security, Operations e reputazione in vista delle Olimpiadi Milano Cortina e dei grandi eventi del 2026.
GLI OBIETTIVI
L’incontro, patrocinato da ASIS Italy Chapter e da AIPSA, è stato un punto di contatto tra istituzioni e imprese su cosa succede quando accade qualcosa, chi fa cosa e come si decide rapidamente senza perdere il controllo, prendendo spunto dai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. SAFE 2026 è stata l’occasione per costruire un ponte concreto tra Italia e USA, scambiare metodi di lavoro e creare relazioni utili.
Il programma si è sviluppato in due momenti centrali. Il primo chiarisce ruoli, responsabilità e passaggi decisionali tra pubblico e privato, con esempi concreti su come gestire le informazioni e coordinare la risposta. Il secondo entra nelle attività sul campo: sedi degli eventi, spostamenti di personale e ospiti, controlli essenziali su fornitori e logistica, con misure semplici che funzionano davvero. Si è concluso con una sintesi operativa: dieci azioni da portare subito in azienda.
I RELATORI
Manuel Di Casoli, Global Strategic Advisor e già direttore security di Expo Milano 2015, ha moderato i numerosi interventi, tra cui il dott. Enrico Pirastru, Direttore Security Global di Fincantieri; Edward T. Glospie, special agent del Servizio di Sicurezza Diplomatica del Dipartimento di Stato USA; James Destefano, amministratore delegato di W1 Global Inc. e già Assistant Special Agent in Charge (ASAC) per le operazioni speciali, supervisionando la preparazione e la risposta a crisi negli Stati Uniti e all’estero; Luke C. Bencie, amministratore delegato di Security Management International (SMI) ed autore di nove libri, già consulente per il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, aziende Fortune 500 e governi stranieri, operando in oltre 100 Paesi; rappresentanti di FIFA World Cup 2026 quali Andrey Reis, Executive Director for Safety and Security Operations, e Phil Walker, Risk Manager e Head of Risk Assessment, Analysis, and C4.
Hanno partecipato anche Claudio De Paoli, Equity Partner & Head of BIP CyberSec e Alberto Paganini, Equity Partner di BIP CyberSec.
Dalle istituzioni ha portato il suo contributo il Generale Rodolfo Santovito, Comandante Provinciale del Corpo dei Carabinieri di Milano, ed il Colonnello Giuseppe Molorolo, Comandante del Gruppo Pronto Impiego di Milano della Guardia di Finanza.
LA SINTESI DEGLI INTERVENTI
Il dott. Enrico Pirastru (Fincantieri) ha tracciato una somiglianza dei rischi legati alla supply chain tra grandi aziende e mega-eventi. I problemi di una supply chain etica, con 18 cantieri in tutto il mondo, 7.000 fornitori, 60.000 tra dipendenti e indotto, sono gli stessi che ha un organizzatore di un grande evento.
Phil Walker, Risk Manager di FIFA World Cup 2026, ha detto che FIFA ha rivoluzionato il proprio modello operativo per l’organizzazione dei Mondiali, sia maschili che femminili. A differenza del passato, quando seguiva un approccio simile a quello del CIO, affidandosi a un comitato organizzatore locale, ora la FIFA ha adottato una struttura più integrata e centralizzata. Questo cambiamento si concretizza nella creazione di tre entità locali o società controllate, che permettono una gestione più diretta, efficiente e coerente dell’evento. L’obiettivo è garantire standard elevati, ridurre i rischi operativi e massimizzare l’impatto positivo sul calcio globale, assicurando al contempo una collaborazione più stretta con i paesi ospitanti.
Andrey Reis, Executive Director for Safety and Security Operations per FIFA World Cup 2026, ha ricordato come sia fondamentale la partnership pubblico-privato per i Mondiali 2026, ovvero tra l’organizzatore dell’evento e le agenzie di sicurezza e forze dell’ordine. Senza di loro, non si potrebbero garantire gli elevati standard che, edizione dopo edizione, rendono il Mondiale un successo.
Il Generale Rodolfo Santovito (Arma dei Carabinieri) ha confermato il valore del confronto tra le diverse prospettive di sicurezza e la necessità di cooperazione tra le diverse parti, sia nel pubblico che nel privato. SAFE 2026 è un momento di confronto sono fondamentale, perché rappresenta un’opportunità per arricchire reciprocamente le prospettive e consolidare la consapevolezza che, oggi più che mai, gli uni hanno bisogno degli altri. La presenza capillare dell’Arma sul territorio e all’estero, così come il ruolo svolto nella costruzione della democrazia italiana, potrebbe indurre a una tentazione di autosufficienza. Tuttavia, nel 2025, anche il sistema di pubblica sicurezza più efficace – e lo dico soprattutto ai colleghi americani – non può considerarsi pienamente adeguato se non si apre a una visione integrata e cooperativa della sicurezza.
Il contesto attuale impone di lavorare insieme alle altre istituzioni, al territorio e ai soggetti privati, sempre nel rispetto delle competenze definite dalla normativa. Ha ricordato come per iCarabinieri, la collaborazione con il territorio sia nel DNA: pur essendo una forza militare, l’identità è profondamente radicata nell’ascolto e nell’empatia istituzionale. In una città come Milano che si prepara a vivere un evento globale come le Olimpiadi, la cooperazione non è un’opzione, ma una necessità. È proprio in contesti come questo che la visione integrata della sicurezza deve dimostrarsi concreta ed efficace.
Il Colonnello Giuseppe Molorolo (Guardia di Finanza) ha ricordato come le attività legate all’organizzazione delle Olimpiadi e Paraolimpiadi sono naturalmente esposte a rischi operativi significativi, e che il suo reparto è già stato informato che sarà fortemente impegnato, in sinergia con i colleghi delle altre forze di polizia, per affrontare queste sfide. Tra i compiti principali, rientra la tutela delle personalità — sia italiane che straniere — che transiteranno o soggiorneranno in città in occasione degli eventi, nonché la sorveglianza dei siti dove si terranno le competizioni. Tuttavia, l’impegno più rilevante riguarderà la gestione di un periodo di particolare intensità per Milano: in questa fase, l’obiettivo sarà potenziare le attività di controllo del territorio per garantire la libera circolazione di cittadini e visitatori, senza trascurare la necessità di sostenere l’economia locale. L’obiettivo è fare in modo che Milano tragga un impulso speciale da questo evento globale, assicurando al contempo che tutto si svolga in un clima di sicurezza e normalità.
Manuel Di Casoli, già direttore security di Expo Milano 2015, ha sottolineato che, nella fase di organizzazione degli eventi, il successo non dipende solo dai documenti formali, ma soprattutto dalla fiducia e dalle relazioni personali che si costruiscono nel tempo. Questo è il vero risultato di una pianificazione efficace. Ricordando la sua esperienza di Expo, ha citato le parole di Dwight Eisenhower — forse il più grande maestro di operazioni della storia, che ha gestito 6.000 navi e due milioni di uomini — quando diceva: “La pianificazione è tutto, ma i piani non servono a niente”. Nonostante fosse stata prevista una pianificazione lunghissima e complessa per Expo, gran parte di ciò che era stato previsto sulla carta non si è poi realizzato esattamente come immaginato. La vera forza sta nella capacità di adattarsi, affidandosi alle persone e alle relazioni che rendono possibile superare ogni imprevisto.
Edward T. Glospie, un ex agente speciale del Servizio di Sicurezza Diplomatica del Dipartimento di Stato americano, verteva sulla natura della minaccia ideologica. Glospie, che ha una vasta esperienza militare e di protezione, incluso il servizio per diversi Segretari di Stato e alle Olimpiadi di Tokyo 2020, sottolinea come la minaccia ideologica sia più ampia del terrorismo classico e includa forme di disagio e interruzione a basso livello. Ha criticato gli approcci di sicurezza che sono statici e non si adattano alle tattiche in evoluzione utilizzate da coloro che cercano di promuovere un’agenda ideologica. Ha fornito esempi di come azioni apparentemente innocue, come la distribuzione di volantini in un sito turistico, facciano parte di una progressione tattica che può portare a una chiamata alla violenza e a sconvolgimenti più gravi.
Jim Destefano, amministratore delegato di W1 Global Inc. e già Assistant Special Agent in Charge (ASAC) per le operazioni speciali, ha descritto l’evoluzione culturale del Federal Bureau of Investigation verso la cooperazione con i partner: “Words like cooperation, information sharing, and playing a support role are not things typically associated with the Federal Bureau of Investigation. However, the changing threat landscape in the United States over the last 25 years based on the attacks by state actors, well financed terrorist groups, and increasingly sophisticated transnational organized crime groups… has forced us to have a very real change in culture”.
Luke C. Bencie, amministratore delegato di SMI, ha ricondotto l’essenza della sicurezza nella celebre frase di Socrate: ‘Conosci te stesso’. È proprio ciò che fai quando esegui una valutazione delle vulnerabilità: analizzi la tua struttura interna, i tuoi punti deboli e le tue difese. Ma la sicurezza non si ferma qui. Con una valutazione delle minacce, studi le capacità e le intenzioni dei tuoi avversari. Come ricorda Sun Tzu, ‘Se conosci il nemico e conosci te stesso, non devi temere l’esito di cento battaglie’. Solo combinando queste due consapevolezze — la conoscenza di noi stessi e quella delle minacce esterne — possiamo davvero vincere la sfida della sicurezza.
Alberto Paganini (BIP CyberSec) ha illustrando il concetto di sicurezza come “prodotto” e non come “somma” di componenti, specialmente nella convergenza cyber-fisica: “Perché? Per il semplice fatto che la sicurezza dipende dal funzionamento di tutte le parti. Le sue componenti non sono una somma di cose… ma il loro prodotto […] in una moltiplicazione se uno dei fattori è pari a zero, è il risultato zero.“
LE CONCLUSIONI
Le Olimpiadi e Paraolimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 rappresentano un evento storico per l’Italia, che torna a ospitare i Giochi invernali dopo Torino 2006. Questo appuntamento straordinario porterà atleti e spettatori da tutto il mondo in un territorio che si estende tra le moderne infrastrutture milanesi e le suggestive montagne venete e altoatesine. Tuttavia, un evento di tale portata costituisce anche una sfida complessa per la sicurezza: la gestione simultanea di più sedi distribuite su un’ampia area geografica, l’afflusso di migliaia di persone, la presenza di delegazioni internazionali e l’attenzione mediatica globale richiedono un coordinamento senza precedenti tra forze dell’ordine, protezione civile e autorità locali. La sicurezza informatica, il controllo degli accessi, la prevenzione di minacce terroristiche e la gestione delle emergenze saranno aspetti cruciali per garantire che questa celebrazione dello sport si svolga in un clima di serenità.



































